L'entrata dell'Ospedale Umberto I di Lugo

Scontro fra i banchi all’ultima seduta del consiglio comunale di Lugo. I piani del ripristino dell’Ospedale che torna alla sua operatività dopo essere stato scelto come ospedale Covid

La sanità è al centro dei recenti dibattiti lughesi. Tutto è nato durante l’ultima seduta di consiglio comunale, momento in cui il capogruppo Pd, Gianmarco Rossato ha presentato un ordine del giorno in cui si chiede al governo di incrementare le risorse destinate alla sanità e alla Regione di finanziare adeguatamente l’azienda Usl Romagna a fronte di una utenza che sempre di più ricorre al privato ed una sanità pubblica che soffre.

Il punto di vista del pentastellato Marchiani che lascia l’aula

Un tentativo che l’opposizione ha vissuto come un concentrato di “diverse inesattezze, giudizi non equilibrati, omissioni ed enunciati puramente propagandistici”, come cita la nota diffusa dal gruppo consigliare “Per la buona politica”. Le reazioni sono state immediate. Il pentastellato Mauro Marchiani ha abbandonato in anticipo, in segno di protesta, l’aula del consiglio rimarcando il fatto che “oggi – ha detto nel suo intervento –  stiamo pagando le scelte politiche e non tecniche effettuate proprio dagli stessi che negli ultimi  anni hanno operato i tagli alla sanità pubblica ed ora chiedono al Governo di intervenire. E’ assurdo – ha continuato. “Occorre fare un mea culpa. Oggi si parla di mettere gli infermieri a supplire la mancanza di medici. Da cittadino io pretendo che se sto male sia presente un medico non un infermiere delegato perché si vuole risparmiare sugli stipendi. Io auspico e mi auguro che il Governo aumenti le risorse alla sanità ma faccio fatica a immaginarlo dal momento che da 30 anni almeno il settore subisce dei continui tagli. Quello che chiedo – ha ribadito – è che se non dovesse concretizzarsi l’arrivo di più soldi non si cerchi di risparmiare sulla pelle del cittadino adottando modelli che non sono nostri, come quello americano che prevede la figura e l’utilizzo dei paramedici”.

I numeri diffusi dal gruppo “Per la Buona Politica”

Il gruppo consigliare “Per la buona politica”  ha sottolineato ulteriormente le responsabilità politiche degli ultimi anni.  “Dal 2010 al 2019 – si legge nella nota diffusa –  i governi che si sono avvicendati hanno sottratto alla sanità pubblica oltre 37 miliardi di euro in virtù di “varie manovre finanziarie e in conseguenza del de-finanziamento” che ha assegnato meno risorse alla sanità”. La crisi economica va di pari passo  a quella strutturale. “Per quanto attiene al personale – continua il gruppo – “il Professor Walter Ricciardi del Comitato Esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  e consigliere dell’attuale Ministro Speranza ha affermato che in Italia “per quanto riguarda agli operatori sanitari è stato fatto un crimine. Abbiamo perso 40.000 dipendenti dal 2010 e  2.000 medici  se ne sono andati ogni anno. Abbiamo perso 3.000 medici di famiglia tra il 2013 e il 2019. Entro il 2027 avremo una carenza di oltre 47.284 medici”. Chi ne è responsabile?  Dal novembre 2011 – spiega la nota – con la breve parentesi del governo giallo-verde, il Centro Sinistra è stato al governo esprimendo ben tre presidenti del Consiglio e tre ministri della salute. In Regione, il governo è saldamente in capo al centro sinistra dal 1970. A livello locale dal marzo 1946. I bilanci della Ausl Romagna preventivi e consuntivi sono stati sempre approvati acriticamente da tutti i sindaci della Bassa Romagna e il Comitato di Distretto Socio-Sanitario non ha espresso una efficace politica programmatoria dell’area di riferimento per quanto riguarda, a esempio, la medicina territoriale”. I provvedimenti da adottare con urgenza riguardano, a parere del  gruppo consigliare , il potenziamento della sanità pubblica, della prevenzione, della medicina territoriale e la necessità di  colmare la carenza del personale medico infermieristico, realizzare le Case della Comunità a Voltana e Lugo, riportare all’interno dell’Ospedale distrettuale della Bassa Romagna tutte le funzioni medico-chirurgiche e il punto nascita, trasferite a suo tempo a Faenza e Ravenna.” Si ritiene inoltre urgente – conclude il gruppo – che si metta in atto un più ampio coinvolgimento dei medici di famiglia attraverso la loro integrazione all’interno del sistema Non si può tollerare che il paziente necessiti di prenotare un esame, debba attendere svariati mesi per ottenerlo o, peggio occorra di un ricovero che gli viene negato”.

Il programma di riorganizzazione dell’Ospedale

Intanto, da parte dell’Azienda Usl , il programma di riconsolidamento dell’Ospedale di Lugo è in dirittura di arrivo. Ancora pochi passi sui quali domina una priorità: risolvere l’annosa questione delle attese al Pronto Soccorso. Una problematica ben chiara al direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori che, nell’affermare una “scarsa efficacia della mia azione”, attribuisce parte delle responsabilità alla “sordità del governo nazionale”. “Non possiamo assumere specialisti perché non ce ne sono – spiega. “Ogni anno si laureano 30-40.000 medici che non hanno specializzazione e che per questo possono lavorare nel privato accreditato ma non nel pubblico. In tutta la Romagna mancano 40 medici di Pronto Soccorso – continua. “Parallelamente abbiamo 40 medici di emergenza territoriale che svolgono il loro servizio su 12 auto mediche e che potrebbero essere collocati al Pronto Soccorso. Ma neppure questa strada è praticabile. Si, ci sono seri problemi soprattutto al Pronto Soccorso di Lugo ma non solo. Anche nel resto di Italia. Io mi sono sempre rifiutato e sempre mi rifiuterò, di utilizzare contrattisti per tamponare la mancanza di medici al Pronto Soccorso. Sarà il caso di riflettere su come oggi vengono fatte e gestite le cose – precisa. “Intanto l’Ospedale di Lugo si sta riconsolidando. Restano delle cose da fare sulle quali emerge il problema prioritario del Pronto Soccorso come accade in molti altri Ospedali”. Dopo la ricostituzione delle strutture complesse di chirurgia e radiologia attraverso le nomine dei nuovi direttori, il ripristino toccherà ad altre specialistiche, come la terapia intensiva, seguita dall’Unità Operativa di cardiologia e dalla re-istituzione della pneumologia. Un punto nevralgico è rappresentato dalla funzione nascita, interrotta dalla trasformazione del nosocomio in ospedale Covid. “Si tratta di una partita che deve essere definita principalmente in sede politica – sottolinea Carradori. “Personalmente penso che occorra sicuramente migliorare la presa in carico delle gravidanze e del puerperio, per offrire più sostegno alle donne prima e dopo il parto. Nel 2012 l’ospedale di Lugo era quello in cui si partoriva di più. Poi c’è stata una decrescita significativa delle nascite. A breve si riunirà la conferenza territoriale sanitaria in cui si dovrà affrontare anche questo argomento. In attesa che qualcuno decida – conclude – mi dedicherò al potenziamento di quel luogo, alla tutela della fisiopatologia della riproduzione, allo sviluppo della chirurgia ginecologica e del centro menopausa”.