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Uno è organizzato dall’unità operativa di cardiologia dell’ospedale manfredo, uno curato dall’unità operativa di urologia del nosocomio bizantino, e uno tenuto dai pediatri

Nella giornata di domani, sabato 5 novembre, a Ravenna e a Faenza è in programma un triplice appuntamento con la sanità, con tutti e tre gli eventi che sono stati organizzati dall’Ausl Romagna. Nelle due città, infatti, si svolgeranno tre convegni, col primo curato dall’unità operativa di cardiologia del nosocomio faentino e trattante l’uso dell’ecocardiografo nella gestione del paziente con deformazione miocardica; col secondo organizzato dall’unità operativa di urologia dell’ospedale di Ravenna ed incentrato sulla patologia prostatica; e col terzo tenuto dai pediatri e basato sulla migliore gestione delle infezioni nella pratica pediatrica ambulatoriale ed ospedaliera.

“Quando l’ecocardiografia cambia la gestione clinica”, convegno organizzato dai cardiologi

Nell’aula convegni della sede Confartigianato di Faenza, si svolgerà un incontro dal titolo “Quando l’ecocardiografia cambia la gestione clinica”, organizzato dall’unità operativa di cardiologia dell’ospedale manfredo e basato sull’utilizzo dell’ecocardiografo nella gestione del paziente con deformazione miocardica. All’evento, parteciperanno esperti in fisiopatologia, in ecocardiografia e in studio della deformazione miocardica di livello nazionale e di livello internazionale. Nell’arco degli ultimi vent’anni circa, la disponibilità di nuove tecniche ecocardiografiche basate sul doppler tissutale e, in seguito, sullo “speckle tracking”, ha consentito di valutare e di quantificare la deformazione del miocardio. Ne sono, così, derivati parametri di funzione cardiaca globale e regionale che, aggiungendosi ai parametri tradizionali, hanno dimostrato di fornire informazioni aggiuntive sia in termini diagnostici, sia prognostici, in un ampio spettro di patologie cardiache. Se, da un lato, la valutazione della deformazione miocardica longitudinale del ventricolo sinistro mediante il “global longitudinal strain” è entrata, ormai, nella pratica clinica, le sue possibili applicazioni e la sua valenza diagnostica e prognostica sono in continua espansione. Negli ultimi anni, inoltre, sta emergendo l’importanza della quantificazione della deformazione atriale, sia nell’ambito della valutazione della funzione diastolica del ventricolo sinistro, sia nella valutazione della cardiomiopatia atriale.

“Mission prostate planner”, urologi a congresso sulla patologia prostatica

All’hotel Cube di Ravenna, è in calendario un congresso organizzato dall’unità operativa di urologia dell’ospedale di Ravenna e dedicato alla patologia prostatica. Nella pratica clinica dell’urologo, questa patologia rappresenta, sicuramente, una sfida importante che richiede un costante impegno ed uno costante studio delle innovazioni, sia in termini diagnostici che terapeutici. La via che porta ad una corretta diagnosi e ad un adeguato trattamento, tuttavia, spesso può presentarsi impervia e densa di imprevisti. Nella prima parte del viaggio, sarà indagato l’approccio a tali patologie con le terapie convenzionali che, spesso, si trasforma in un vero “challenge” per l’urologo e, pertanto, gli organizzatori cercheranno di comprendere come la genomica e la nutraceutica possano contribuire a risolvere quadri spesso difficili da trattare con le terapie convenzionali. Si cercherà, inoltre, di capire il nesso tra infiammazione e tra disfunzione erettile, argomento, da sempre dibattuto, nei principali palcoscenici urologici. La missione prosegue, nella seconda fase, con lo studio della patologia prostatica benigna e dei “luts” (abbreviazione di “lower urinary tract symptomps associati”). In questa sezione, gli spaceman saranno impegnati in relazioni incentrate sia sulle terapie convenzionali per i “luts” secondari ad iperplasia prostatica, sia sulla nutraceutica ed il suo corretto impiego. Sul leitmotiv del presente versus futuro, in termini di trattamento chirurgico, verranno affrontati i temi delle nuove tecniche mini-invasive e sul ruolo che, attualmente, possono ricoprire, senza, tuttavia, dimenticare le tecniche chirurgiche open che, seppur ormai appannaggio dell’urologo da più di un secolo, rivestono ancora un ruolo attuale. La missione terminerà con un viaggio verso la parte nascosta ed oscura del pianeta, ossia il carcinoma prostatico. In tale contesto, gli spaceman, coordinati dai flight directors, si confronteranno sulle principali problematiche come le innovazioni tecnologiche, tra cui la risonanza magnetica multi-parametrica ed i nuovi marker oncologici, e sul loro impatto in termini di “detection rate”. Si tratterà, inoltre, della problematica del paziente anziano con tumore della prostata, della possibilità di preservare la funzione sessuale nel paziente prostatectomizzato e, per concludere, del trattamento del paziente “hormono sensitive”. Il tutto, con la speranza di poter arricchire i partecipanti a congresso, conducendoli attraverso le piogge di asteroidi verso il “mare della tranquillità”. La giornata di lavoro congressuale terminerà, poi, con l’espletamento delle procedure “ecm”. In merito all’incontro in programma domani, sabato 5 novembre, si è espresso Salvatore Voce, direttore dell’unità operativa di urologia dell’ospedale di Ravenna, con le seguenti parole: “In ragione della grande variabilità e della complessità dei quadri clinici che si possono presentare, abbiamo immaginato che ciascun urologo, durante questo convegno, si ‘svesta’ temporaneamente del proprio camice ed indossi una ‘tuta spaziale’ per intraprendere una vera e propria missione sul ‘pianeta prostata’. Non a caso, abbiamo dato al convegno il titolo ‘Mission prostate planet’, con la missione che abbiamo immaginato che si snoda su tre aspetti principali, ossia l’inizio del viaggio, rappresentato dalle patologie infettivo-infiammatorie prostatiche; una seconda fase di studio della patologia prostatica benigna c i sintomi delle basse vie urinarie associate; e un’ultima fase, ossia un viaggio verso la parte nascosta ed oscura del pianeta, rappresentata dal carcinoma prostatico”, ha concluso Voce.

Pediatri a confronto sulla migliore gestione delle infezioni nella pratica pediatrica ambulatoriale ed ospedaliera

Nell’aula magna “Omero Triossi” del nosocomio di Ravenna, è in calendario un incontro coi pediatri, che si confronteranno sulla migliore gestione delle infezioni nella pratica pediatrica ambulatoriale ed ospedaliera. Infatti, è noto sia che gli antibiotici sono i farmaci più prescritti nella popolazione pediatrica italiana, sia che esiste una grande variabilità nella prescrizione di questa classe di farmaci, tra cui nazioni, ambiti regionali e distrettuali, e singoli pediatri. Spesso, quindi, risulta difficile capire le ragioni sia di questa variabilità che della distanza esistente da una ragionevole appropriatezza in termini di scelte delle singole molecole di antibiotico per specifiche infezioni. Quello che sicuramente sappiamo è che i tassi e il profilo qualitativo della prescrizione di antibiotici risentono fortemente di un contesto “locale” e personale di attitudini di e comportamenti. Per queste ragioni, da sempre, è stata richiamata la necessità che la documentazione dell’estrema variabilità nelle attitudini prescrittive debba suggerire un confronto molto attivo fra i pediatri di famiglia, ossia tutti quei pediatri che operano in singole realtà assistenziali, e, allo stesso modo, un confronto tra i pediatri ospedalieri. Esperienze positive hanno dimostrato che, questo metodo di lavoro basato sulla “condivisione partecipe”, può determinare un miglioramento nell’uso degli antibiotici. Inoltre, il dialogo continuo e ripetuto è uno strumento utile per mantenere viva l’attenzione nell’adozione convinta delle linee guida, prodotte dalla stessa Regione Emilia-Romagna. La prospettiva di trarre, dai rapporti di prescrizione, non dei documenti di accusa o di giudizio, bensì una visione epidemiologica che vede “nel dato” un indicatore dei bisogni e un utile strumento di miglioramento, è una delle strade da seguire sia per essere adeguati professionalmente, che per avere un reale aiuto da un punto di vista ecologico e educativo nei confronti della popolazione. Una riflessione più ampia, e più semplice, però, richiama alla “volontà” di essere partecipi e protagonisti, come singoli e come collettività, di questa prospettiva di reale cambiamento. Da queste esigenze, nasce il programma del convegno, che va oltre l’idea di essere un momento di semplice formazione. Si tratta, infatti, di una giornata orientata alla condivisione e alla discussione di vecchi e di nuovi principi che ruotano intorno all’utilizzo degli antibiotici, tra cui il significato delle resistenze antimicrobiche, la definizione e l’interpretazione delle linee guida, e la stewardship antimicrobica, in una prospettiva di condivisione motivata e di gruppo dei principi, che dovrebbero guidare l’atto prescrittivo di un antibiotico.