Al centro delle novità introdotte a inizio mese il servizio di elisoccorso, con tecnologia all’avanguardia, estensione dell’operatività, maggiori capacità di manovra e investimenti sulla formazione del personale

Nuove soluzioni tecnologiche, maggiori capacità di manovra, estensione dell’operatività e investimenti sulla formazione del personale. Il servizio di elisoccorso dell’Emilia-Romagna diventa sempre più innovativo, pronto a intervenire anche nelle situazioni più difficili e ad offrire soccorso tempestivo ventiquattro ore su ventiquattro, soprattutto in estate. A inizio luglio, infatti, è partito il nuovo modello operativo voluto dalla Regione nell’ambito del piano di riforma del sistema di emergenza urgenza, che ha nel rafforzamento del 118 uno dei suoi punti di forza. Con un’esperienza trentennale che ha visto nascere questo servizio proprio in Emilia-Romagna, ora la struttura fa un altro passo avanti in termini di innovazione e di qualità, per affrontare, anche alla luce dell’esperienza della pandemia, le esigenze della popolazione in termini di emergenza e di urgenza pre-ospedaliera.

Confermata la presenza di almeno un elicottero sempre operativo nelle ventiquattro ore, con base all’ospedale Maggiore di Bologna, dotato di sistemi di visione notturna, per operazioni “Nvis”, in grado di raggiungere, anche di notte, siti non appositamente preparati; introdotta, nelle due basi di Parma e di Ravenna, un’estensione dell’arco temporale di operatività che, soprattutto nel periodo estivo, quando si registrano sistematicamente i picchi di richieste di intervento, consentirà di disporre del servizio dalle prime luci dell’alba fino al tramonto; e raddoppio, passando da uno a due, a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, e a Ravenna, sui quattro operativi in Emilia-Romagna, degli elicotteri dotati di sistema di verricello di soccorso, che assicura la possibilità di rilasciare il team sanitario e di recuperare gli infortunati anche in luoghi impervi, dove non è possibile l’atterraggio del mezzo, con operazioni “Hho”.

Tutte le novità del servizio regionale di elisoccorso, che è passato da 88.162 minuti di volo nel 2013 a 117.988 minuti nel 2022, e con già 1031 servizi di emergenza in elisoccorso effettuati da domenica 1 gennaio a venerdì 30 giugno, sono state presentate durante una conferenza stampa svoltasi nella giornata di ieri, mercoledì 12 luglio, all’ospedale Maggiore di Bologna, dove ha base uno dei quattro elicotteri in servizio in Emilia-Romagna, da Raffele Donini, assessore regionale alle politiche per la salute, e da Antonio Pastori, coordinatore della rete regionale dell’emergenza 118.

Più specificatamente, una delle novità riguarda il potenziamento della funzione di medico di centrale operativa 118, connesso coi mezzi di soccorso e con la rete ospedaliera attraverso strumenti di telemedicina in grado di supportare le scelte su quadri clinici critici; di fornire indicazioni o sull’avvio o sulla sospensione dei trattamenti; di validare o specifici protocolli o percorsi clinico assistenziali; di supportare gli interventi di maxiemergenza; di orientare e di collaborare con le risorse e con le équipe dei diversi nodi della rete pre-ospedaliera ed intraospedaliera; e, più in generale, di partecipare al governo clinico del sistema di emergenza. Inoltre, è previsto lo sviluppo delle clinical competence specifiche per funzioni e per ruoli dei professionisti sanitari nell’area emergenza urgenza, grazie a iniziative di formazione, anche ricorrendo a setting di simulazione avanzata.

Di questa riorganizzazione del 118, poi, fa parte anche l’attivazione, nei prossimi mesi, de “Nue 112”, il numero unico europeo per le emergenze. In particolare, in Emilia-Romagna saranno attivate due “Cur”, “Centrali uniche di risposta”, rispettivamente a Bologna e a Parma, collocate nelle immediate vicinanze della centrale 118 Emilia est e della centrale 118 Emilia ovest, per garantire l’integrazione delle rispettive funzioni. Grazie al finanziamento erogato dalla Regione di oltre 7.000.000€, inoltre, sono state costruite strutture antisismiche dotate ognuna di venticinque postazioni di lavoro, di sala maxiemergenza e di idonei spazi attrezzati per ospitare tecnologie, uffici e servizi. Saranno, infine, presenti delle sale video-wall informativi per il controllo dell’evoluzione del quadro emergenziale. L’intero sistema è strutturato secondo logiche di disaster recovery, che riguardano la continuità tecnologica, informatica e telecomunicativa, includendo anche le infrastrutture, e di business continuity, che interessano l’intera funzionalità del servizio, compresi gli aspetti organizzativi, logistici e comunicativi

L’ introduzione del “Nue 112” permette, inoltre, di ridurre i tempi complessivi di intervento in tutte quelle situazioni complesse in cui, per soccorrere le persone coinvolte, è necessario l’intervento tempestivo e contemporaneo non solo del 118, bensì dei Vigili del fuoco e delle Forze dell’odine. Infatti, è prevista la possibilità di inviare la scheda contatto in tempo reale alle centrali operative cointeressate alla gestione dell’emergenza, permettendo, quindi, al soccorso sanitario di intervenire in sicurezza in tempi più rapidi. Successivamente, invece, sarà attivato il “Nea 116117”, il numero europeo armonizzato, servizio telefonico gratuito alla popolazione attivo ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette per tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale che, altrimenti in questa fase, gravano prevalentemente sul sistema di emergenza territoriale 118 e sulla rete dei pronto soccorso.

In merito alle novità introdotte da inizio luglio nell’ambito della riforma del sistema di emergenza urgenza, si è espresso Raffele Donini, assessore regionale alle politiche per la salute, con le seguenti parole: “L’efficacia e l’efficienza di una rete complessa come quella del 118 dipendono dalla sua capacità di adattare il modello organizzativo alle sollecitazioni che provengono dall’esterno, come anche la pandemia ha confermato. In Emilia-Romagna, la capacità di innovare la rete dei servizi si è sempre coniugata con la volontà di mettere al centro il bisogno di salute dei cittadini. Proprio nella nostra regione, infatti, sono state messe le basi per la nascita del numero unico di soccorso nazionale 118, siamo stati i primi sia ad investire nell’elisoccorso, nel 1986, sia ad avere una centrale operativa completamente informatizzata, nel 1992. Ora, nell’ambito della più ampia riforma della rete dell’emergenza urgenza, facciamo fare un ulteriore salto di qualità, in termini di tecnologie, di operatività e di personale, alla rete del 118, che già colloca l’Emilia-Romagna ai vertici in Italia per capacità operativa”, ha concluso Donini.