
Soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa di giovedì 14 settembre
La Fp Cgil esprime soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa che si è svolta ieri, giovedì 14 settembre, in piazza del Popolo a Ravenna. Nel corso della mattinata sindacato, lavoratori e lavoratrici hanno dato vita a un presidio di fronte alla Prefettura per rivendicare un lavoro stabile, una retribuzione adeguata e la valorizzazione delle professionalità degli educatori e degli operatori che lavorano nell’ambito dell’inclusione nelle scuole di ogni ordine e grado.
Il prefetto Castrese De Rosa ha accolto una delegazione di sindacalisti e lavoratori che hanno ribadito la necessità di accelerare i tempi per le proposte di legge avanzate alle commissioni parlamentari per l’internalizzazione degli educatori e delle educatrici dell’inclusione scolastica. Il prefetto ha detto che si farà portavoce delle rivendicazioni del sindacato ai ministeri competenti.
“Proseguiremo nelle nostre rivendicazioni – commentano Lisa Dradi e Sara Massaroli, della Fp Cgil Ravenna – nella speranza che anche grazie a queste iniziative di sensibilizzazione i lavoratori possano al più presto trovare un giusto riconoscimento alle loro professionalità”.
Il presidio
Il presidio si è svolto in mattinata davanti alle prefetture dell’Emilia-Romagna: a Ravenna a partire dalle ore 10, in piazza del Popolo. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della mobilitazione nazionale per rivendicare un lavoro stabile, una retribuzione adeguata e la valorizzazione delle professionalità degli educatori e degli operatori che lavorano in questo ambito scolastico di ogni ordine e grado.

“Sono lavoratrici e lavoratori – spiega la stessa Cgil – occupati all’interno di appalti pubblici gestiti quasi esclusivamente dalle cooperative sociali, la cui condizione lavorativa è estremamente precaria, anche per coloro che hanno rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Hanno contratti a tempo parziale ciclico (lavorano 9 mesi l’anno) ma non hanno né una stabilità oraria, né retributiva.
La loro presenza nelle scuole è soggetta alle variabili determinate dalla presenza degli alunni con disabilità nel corso dell’anno scolastico, oltre al fatto che durante i periodi di chiusura scolastica il personale resta a casa senza retribuzione.
A tale instabilità si aggiungono le retribuzioni basse e la frammentazione dei luoghi dove il personale svolge l’attività lavorativa. È consuetudine che le lavoratrici e i lavoratori debbano spostarsi su più istituti scolastici per provare ad ottenere il raggiungimento del proprio orario lavorativo. Eppure questa figura è determinante all’interno delle scuole perché si occupa sia degli aspetti educativi che assistenziali degli alunni disabili inseriti nelle classi. A testimonianza dell’impatto di questi lavoratori all’interno della scuola basti citare il fatto che in ogni provincia si contano svariate centinaia di educatori e di operatori alle dipendenze delle cooperative sociali.
Le lavoratrici e i lavoratori dell’inclusione scolastica sono dei professionisti che rivendicano il giusto riconoscimento della loro professionalità, acquisita mediante il titolo di laurea di educatore professionale e con l’esperienza maturata nel corso degli anni”.
Con la mobilitazione la Fp Cgil intende sostenere i disegni di legge presentati nelle commissioni delle camere parlamentari per ottenere l’internalizzazione di tutto il personale operante nelle scuole, assicurandone la corretta contrattualizzazione e il giusto inquadramento professionale.
Il raggiungimento di questo obbiettivo permetterebbe la vera integrazione dell’educatore nelle scuole, con il diritto a partecipare ai consigli di classe, per non essere più percepito come un soggetto esterno; porterebbe a un ulteriore beneficio per l’inclusione dei disabili nell’attività didattica; darebbe una risposta alla condizione del personale stabilizzando la loro posizione contrattuale.