Sono stati prelevati sulle coste emiliano-romagnole e, su undici punti campionati, di cui quattro nel comune di Ravenna, solo uno a Riccione è risultato oltre i limiti di legge 

Nella mattinata di oggi, sabato 5 agosto, durante una conferenza stampa all’hotel Miramare di Cesenatico, il team di Goletta verde di Legambiente, insieme a Legambiente Emilia-Romagna, hanno presentato i risultati del monitoraggio della qualità delle acque delle coste dell’Emilia-Romagna. Su undici punti campionati, solo uno è risultato essere oltre i limiti di legge, ovvero il punto alla foce del torrente Marano, nel comune di Riccione.  

Al tavolo erano presenti Stefano Raimondi, portavoce di Goletta verde e coordinatore “Aree protette e biodiversità” di Legambiente; Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna; e Giuseppe Bortone, direttore di “Arpa Emilia-Romagna”. 

Per quanto riguarda i campionamenti in Emilia-Romagna, sono stati effettuati dai volontari e dalle volontarie di Legambiente tra mercoledì 24 luglio e venerdì 26 luglio. In totale, i punti esaminati sono stati undici, di cui otto sono stati prelevati nelle foci di fiumi o di canali e tre in punti a mare. Le analisi microbiologiche, affidati a laboratori specializzati, hanno fatto registrare tutti i punti entro i limiti di legge, ad eccezione del punto alla foce del torrente Marano, nel comune di Riccione, che ha ricevuto il giudizio di “fortemente inquinato”. Questa foce, tra l’altro, è tra le maggiori criticità rilevate da Goletta verde sulle coste dell’Emilia-Romagna. Risulta, infatti, inquinata dal 2010, con le uniche eccezioni del 2019 e del 2022. 

Per quanto concerne i punti esaminati e i risultati entro i limiti di legge, uno si trova alla foce del canale navigabile in località Porto Garibaldi, nel comune di Comacchio in provincia di Ferrara. Quattro, invece, i punti in provincia di Ravenna, ossia la spiaggia nord rispetto al canale in destra Reno, in località Casal Borsetti, nel comune di Comacchio; la spiaggia nord della foce del fiume Lamone, in località Marina Romea; la foce del canale Ferrari, a Punta Marina; la foce fiume Uniti, a Lido di Adriano; e la spiaggia alla foce del fiume Savio, nel comune di Cervia. Uno il prelievo effettuato in provincia di Forlì-Cesena, alla foce del fiume Rubicone, nel comune di Gatteo. Tre, infine, i punti campionati in provincia di Rimini, tra cui uno nella spiaggia a sud della foce del fiume Uso, tra i comuni di Bellaria e di Igea Marina; uno alla foce del Marecchia, nella località di San Giuliano mare, nel comune di Rimini; e uno alla foce del torrente Ventena, nel comune di Cattolica.  

Inoltre, durante i sopralluoghi, nei punti visitati, i tecnici di Goletta verde hanno rilevato la scarsa presenza dei cartelli relativi all’informazione sulla qualità delle acque. Solo nel punto alla foce del Marano, a Riccione, risultato “fortemente inquinato”, è stata rilevata la presenza dei divieti di balneazione. 

Secondo il “Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po” dell’”Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (terzo ciclo di pianificazione, 2021-2027)”, gli scarichi urbani rappresentano una pressione puntuale significativa per il 21%; mentre, gli sfioratori di piena, lo sono per il 18%, dei corpi idrici superficiali, fluviali, lacustri, di transizione e delle acque marino-costiere. Una tipologia di pressione che, da sola oppure assieme ad altre più o meno impattanti, impedisce a questi corpi idrici di raggiungere un buono stato, come richiesto dalla “Direttiva quadro acquae (2000/60)”.

Giunta alle trentasettesima edizione, spiega una nota, Goletta verde monitora lo stato di salute delle acque marine e delle coste. La campagna pone l’attenzione su diverse tematiche estremamente attuali come la depurazione, la lotta alla crisi climatica, la lotta alle illegalità e la salvaguardia della biodiversità. L’eolico off-shore è, ancora una volta ,protagonista di alcune tappe per porre l’attenzione sulle energie rinnovabili e sulla transizione energetica, perché senza l’energia prodotta dal vento sarà impossibile raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. L’eolico è fondamentale per lotta.

Inoltre, da anni, prosegue la nota, il “Conou”, “Consorzio nazionale oli usati”, sostiene la campagna estiva di Legambiente, nella convinzione che sia assolutamente necessario agire collettivamente per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Il consorzio è parte attiva in questo scenario, dato che, con la sua attività di raccolta e di rigenerazione degli oli minerali usati, è un esempio di eccellenza di economia circolare, non solo in Italia, ma addirittura in Europa. Raccogliendo l’olio lubrificante usato alla fine del suo ciclo di vita nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli, il “Conou” fa in modo che questo rifiuto, altamente pericoloso se non gestito correttamente, si trasformi in una preziosa risorsa. Oltre il 98% dell’olio raccolto dal consorzio viene, infatti, rigenerato e trasformato in nuova materia prima riutilizzabile, con benefici per l’ambiente e per la salute, grazie alla riduzione dell’utilizzo di risorse naturali e delle emissioni di gas serra e di altri inquinanti. Lo scorso anno, in Emilia-Romagna, il “Conou” ha recuperato 15.026 tonnellate di olio usato. 

Infine, continua la nota, i prelievi di Goletta verde vengono eseguiti da tecnici e dai volontari e dalle volontarie di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando i laboratori sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento, o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici, enterococchi intestinali, “Escherichia coli”. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione, conclude la nota. 

In merito alla presentazione dei risultati del monitoraggio della qualità delle acque delle coste dell’Emilia-Romagna, si è espresso Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna, con le seguenti parole: “Gli esiti del monitoraggio delle acque delle nostre coste sono pressoché identici ai rilevamenti dell’anno scorso, quando era stato rilevato un miglioramento dei dati. Un solo punto campionato è oltre i limiti di legge nel 2022 e nel 2023. Dati i risultati di quest’anno, sollecitiamo gli enti preposti a individuare la fonte di inquinamento del fiume Marano. Negli anni scorsi questo intento era stato dichiarato ma, di fatto, ancora il problema non è stato risolto. Sono queste le infrastrutture da potenziare per tutelare il mare dagli scarichi delle acque reflue, e quindi salvaguardare il turismo, uno dei settori su cui si regge l’economia dell’Emilia-Romagna. Quest’anno abbiamo fatto anche una sgradevole scoperta nel corso del lavoro di prelievo e di campionamento delle acque. Lungo tutti i punti esaminati, nonostante la presenza degli appositi raccoglitori, sono stati notati rifiuti abbandonati. Questo vuol dire che le amministrazioni devono impegnarsi maggiormente sulla comunicazione a bagnanti e a turisti, e in generale, sul senso civico della cittadinanza”, ha concluso Ferraresi.

Anche Stefano Raimondi, portavoce di Goletta verde e coordinatore “Aree protette e biodiversità” di Legambiente, si è espresso in merito al tema con le seguenti affermazioni: “Come ogni anno, con Goletta verde, storica campagna di Legambiente, monitoriamo lo stato di salute delle acque delle coste italiane. Il lavoro dei volontari e delle volontarie di Goletta verde non si vuole sostituire a quello delle autorità preposte ma, bensì, vuole restituire, nel periodo estivo, la fotografia sui problemi depurativi del nostro Paese. I dati, per il secondo anno consecutivo, fanno registrare un miglioramento, ma bisogna tenere la guardia alta e tutelare la risorsa mare. Chiediamo uno sforzo in più per quanto riguarda l’informazione ai bagnanti sulla qualità delle acque, obbligatoria per legge”, ha concluso Raimondi.